Secondo una recente analisi del mercato bancario europeo, all’intero dell’UE si stanno diffondendo a macchia d’olio degli strumenti derivati il cui utilizzo potrebbe diventare pericoloso nel breve periodo.
In gergo si chiamano Etf, acronimo di (fondi comuni quotati che replicano passivamente gli indici di Borsa).
Gli exchange-traded fund (più noti con il loro acronimo ETF) sono fondi comuni d’investimento oppure Sicav, negoziati in Borsa e caratterizzati da una gestione passiva in quanto replicano l’andamento di un determinato indice.
Basti pensare che circa il 74% di tutti gli Eft su swap creati nel mondo fanno riferimento al mercato europeo. Le cifre per adesso non sono ancora allarmistiche ma dovremmo cominciare a mettere un freno alla diffusione di questi strumenti, altrimenti potremmo avere dei risvolti economici davvero tragici.
L’utilizzo “normale” degli Etf non è da considerarsi allarmistico. Infatti questo prodotto finanziario serviva in passato esclusivamente per acquistare in un’unico momento un pacchetto di titoli, ovvero un portafoglio titoli ben diversificato come può esserlo quello rappresentativo di un indice borsistico.
Tuttavia le recenti evoluzioni del mercato finanziario hanno permesso la creazione di Etf su Swap. E’ questa forma di strumento derivato che deve essere fermata presto per non scatenare una crisi finanziaria europea dalla quale forse non abbiamo ancora la forza per uscirne.
Come funziona?
In pratica, l’Etf investe in unportafoglio titoli, detto substitute basket, e paga la performance di questo portafoglio alla controparte dello swap, che a sua volta ritorna al fondo il rendimento dell’indice. Finquando si scommette su indici che hanno una vita rialzista, allor ale cose vano bene, quasi per tutti. Ma il problema si verifica, come potete immaginare proprio quando gli indici non vanno come dovrebbero. Il principale svantaggio è l’esposizione al rischio di default della controparte dello swap.
