Il cuneo fiscale penalizza le aziende e i lavoratori e per questo motivo, con la legge di bilancio, si è deciso di modificarlo. La diminuzione del cuneo fiscale ha come scopo la riduzione del costo del lavoro che, in Italia è ancora molto alto.
Con la legge di Bilancio e gli investimenti in programma si punta a dare nuovo impulso alle imprese e all’occupazione. Anche secondo Confindustria e l’unione dei sindacati bisogna abbassare il cuneo fiscale in quanto con un costo del lavoro più basso si incentiverebbe l’occupazione. Simultaneamente, abbassando le tasse, anche i lavoratori avrebbero più risorse economiche da spendere.
Ora vediamo di capire esattamente in cosa consiste il Cuneo Fiscale
Indice
Cos’è il cuneo fiscale
Per riassumere potremmo dire che il cuneo fiscale è la differenza tra lo stipendio lordo che viene versato e lo stipendio netto che percepisce il lavoratore.
Quindi, di conseguenza, il concetto di cuneo fiscale indica la somma di tutte le imposte che incidono sul costo del lavoro che consistono in:
- Tasse dirette
- Tasse indirette
- Contributi di previdenza
I costi appena citati si riferiscono sia ai lavoratori che i datori di lavoro. Sono interessati tutti i tipi di lavoratori appartenenti alle seguenti categorie: dipendenti, liberi professionisti o autonomi.
Grazie a questo coefficiente è molto utile per capire gli effetti della tassazione sul costo del lavoro e come questo incide sullo stipendio dei lavoratori e, più in generale, su tutto il mercato del lavoro.
Il cuneo fiscale in Italia e in Europa
Come accennato in precedenza la situazione in Italia, in merito al cuneo fiscale, è tutt’altro che positiva. I dati del rapporto Taxing Wages dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (OCSE) relativi al 2019 dimostrano la tendenza negativa dell’Italia.
Nel rapporto, come valore medio del cuneo fiscale, è indicato il 36,1%.
L’Italia occupa il terzo posto con un valore del Cuneo fiscale pari al 48%, ben oltre la media. Di questa cifra circa il 17% è costituito dalle imposte personali sul reddito mentre il resto è formato da contributi previdenziali. Nei contributi previdenziali sono compresi sia quelli a carico del datore di lavoro (circa il 24%) che quelli del lavoratore (circa il 7,5%).
Di seguito una parte della classifica degli stati che fanno parte dell’OCSE:
- Belgio con un cuneo fiscale pari al 52,7%,
- al secondo posto la Germania (49,5%),
- Italia (48%),
- Francia e Austria (47,6%),
- Giappone (32,6%),
- Regno Unito (30,9%),
- Canada (30,7%),
- Stati Uniti (29,6%).
Queste percentuali, naturalmente, non tengono conto degli avvenimenti dell’ultimo periodo e per capirne davvero l’impatto sull’economia mondiale bisognerà aspettare i prossimi mesi.