Per risollevare l’economia dalla crisi provocata dal coronavirus si è tornati a parlare di una teoria economica sviluppata negli anni ‘60.
Alla base della teoria dell’helicopter money c’era proprio l’idea, non convenzionale, di lanciare soldi da un elicottero. Cerchiamo però di capire se si tratta solo di una provocazione o c’è dell’altro dietro.
Indice
Come nasce la teoria dell’Helicopter Money
Questa teoria è stata sviluppata dal Premio Nobel Milton Friedman nel 1969. L’obiettivo era quello di porsi come alternativa nel caso in cui, in certi momenti di crisi, le normali politiche monetarie fossero risultate inutili.
Friedman sosteneva che il “lancio di contanti” poteva essere un metodo efficace per risollevare i mercati in momenti di forte inflazione e deflazione. Attraverso l’helicopter money si evitava la stagnazione dell’economia immettendo liquidità direttamente nel mercato.
Molti economisti, negli ultimi mesi di crisi globale, hanno indicato questa teoria come possibile soluzione per la ripresa dell’economia mondiale.
C’è però da precisare che, nel nostro caso, la BCE (Banca Centrale Europea) ha già attivato misure di politica monetaria per contrastare la crisi. Uno di queste misure è il Quantitative Easing, che permette alle banche di concedere prestiti a tassi di interesse inferiori.
Secondo altri esperti, invece, la politica monetaria ha smesso di aiutare i cittadini e quindi ha perso la sua utilità. Per questo motivo quando si parla di stimolo diretto all’economia si fa spesso riferimento alla teoria dell’Helicopter Money.
I presupposti dell’Helicopter Money
Perchè la teoria dell’Helicopter Money possa funzionare ci dovrebbero essere alcuni specifici presupposti senza i quali non avrebbe effetto.
Prima di tutto la teoria di Friedman si basa sul presupposto che in quel dato momento l’economia sia in funzione. Purtroppo però non sempre è così. Prendiamo, ad esempio, il periodo di blocco legato al Coronavirus in cui molte aziende erano chiuse e in cui altre non sono riuscite più a riaprire.
Poi, nel caso dell’Italia, bisogna considerare anche l’elevato tasso di disoccupazione (circa il 10%). Infatti l’altro presupposto indispensabile perché la teoria funzioni è che tutto il denaro “donato ” venga speso e non messo da parte.
Com’è facilmente intuibile entrambi i presupposti non sono di così facile attuazione.
Helicopter Money: come funziona
Naturalmente la teoria di Friedman non prevede il lancio di denaro dagli elicotteri ma sostiene che bisognerebbe dare i soldi direttamente ai consumatori. Per attuare questo progetto gli economisti hanno individuato tre modi:
- i governi aumento i trasferimenti all’economia reale – i governi riducono le tasse e aumentano i sussidi per i cittadini aumentando, di conseguenza, il proprio debito pubblico. Per evitare l’indebitamento, gli stati, emettono titoli di stato che posso essere acquistati però solo dalla BCE
- l’accredito diretto sui conti correnti – non può essere attuata perché la BCE non può intervenire direttamente sulle famiglie. Questa è l’ipotesi più vicina alla teoria dell’helicopter money.
- la BCE aumenta i trasferimenti all’economia reale – i singoli Stati non aumentano il loro debito, ma si riduce in modo il capitale della banca Centrale.
Da tutto questo si può dedurre che per fare in modo che la teoria possa funzionare bisogna attuare strumenti sia di politica fiscale che di politica monetaria.
I pro e i contro della teoria
I sostenitori dell’helicopter money evidenziano il vantaggio immediato che si avrebbe sull’economia. I cittadini avrebbero maggiore liquidità e potrebbero aumentare i consumi e, di conseguenza, anche le imprese ne beneficerebbero. Questo se il denaro “regalato”, come abbiamo già detto, fosse effettivamente tutto speso e non risparmiato.
Per contro, un’emissione diretta di contante porterebbe ad una svalutazione della moneta e, quindi, all’inflazione.
Inoltre bisogna considerare che con queste politiche la BCE sconfinerebbe nella politica fiscale, e quindi fuori dal suo normale campo d’azione. Infatti anche l’ex governatore della BCE, Mario Draghi, ha evidenziato come una politica di finanziamento di questo tipo è vietata dai trattati europei.