L’IMU, ovvero la tassa che sostituisce l’ICI ormai è diventata una vera e propria spada di Damocle. Infatti, oltre a pesare gravemente sulle spalle di milioni di onesti cittadini, adesso colpirà in maniera indistinta anche le imprese e le società.
In particolare infatti coloro che possiedono un negozio o un capannone industriale vedranno triplicare l’imposta rispetto all’aliquota pagata ai tempi dell’ICI.
Se da un lato il governo Monti non aveva altre soluzioni per avviare la strada del risanamento del Debito Pubblico, dall’altra è vero che se le aziende e le imprese non hanno i soldi necessari per investire la rirpesa tanto osannata difficilmente potrà verificarsi.
Il 17 Dicembre scadrà il termine ultimo per pagare la terza rata dell’IMU. Altro colpo di scena per migliaia di consumatori, sia privati che imprese, sarà che l’aliquota finale sarà in molti casi differente da quella già pagata nei primi due acconti.
Il problema infatti è questo. Per i primi due anticipi infatti l’aliquota era stata imposta dal governo a 0,76%. Ora invece, con l’ultima rata ogni singolo comune ha avto la facoltà di poter mettere mano alle aliquote. Questa possibilità ha quindi generato degli aumentiinaspettati per moltissimi comuni, a tutto svantaggio ovviamente dei contribuenti.
La beffa inoltre è stata che i comuni hanno determinato l’aliquota solo da qualche giorno e quindi solo in pochissimi hanno potuto organizzarsi in maniera opportuna per mettere da parte i soldi necessari per il pagamento.
Ridicoli!
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L’IMU triplica i costi per le imprese
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